L’utenza straniera è una consistente presenza in molte realtà sociali e cittadine, come i servizi materno-infantili, scolastici ed educativi, i servizi di pubblica amministrazione, le aziende locali, nazionali e transnazionali, le istituzioni culturali e religiose, le istituzioni giuridiche e penali, i servizi socio-sanitari ecc. testimonia la complessità che sta assumendo l’Italia (specialmente nelle regioni del Centro-Nord) sempre più multiculturale, dove i diversi gruppi di stranieri compiono percorsi di inserimento e di integrazione attraverso l’uso di servizi. Nelle aree ad alta densità migratoria, molti sono già i mediatori professionali e i servizi di mediazione linguistico-culturale attivi, generalmente “a chiamata”, ma i traduttori e i mediatori linguistici utilizzati – formalmente e informalmente - non sempre sono dotati di una base culturale completa per svolgere efficacemente tali funzioni. Ciò limita sia coloro che hanno cittadinanza italiana, sia gli stranieri non ancora naturalizzati, dallo svolgere una funzione di traslazione culturale, ossia di andare oltre la mera traduzione e avvicinare l’utente/cittadino alla realtà dell’amministrazione/servizio sociale e di favorire così la sua integrazione in un’ottica di civile convivenza come auspicato dalla carta dei Valori dell’Unione europea.
Nasce da qui l’esigenza di istituire un Corso di Perfezionamento e aggiornamento professionale da offrire a coloro che, provenendo da una biografia migratoria, di prima o seconda generazione, e dotati di un capitale culturale, con esperienze biografiche e professionali globali da cui hanno sviluppato una sensibilità interculturale, vogliano coltivare interessi disciplinari e auto-aggiornarsi, anche in vista di un eventuale percorso accademico successivo.
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