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Sentiamo sempre più spesso parlare di intelligenza artificiale e di “linguistic computing”, ovvero di trattamento automatico del linguaggio. Lo sapevi che tra i big data ci sono anche tantissime “parole”?
Ecco perché la linguistica computazionale, una disciplina a cavallo tra il mondo umanistico e quello scientifico, trova oggi applicazioni tecnologiche nei più diversi settori e perché il mercato del lavoro, con l’introduzione dell’AI, ha bisogno di umanisti che sappiano come analizzare automaticamente grandi masse di dati linguistici.
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Ne parliamo con il professor Marco Passarotti, coordinatore del corso di Linguistic Computing dell’Università Cattolica, il dottor Massimo Chiriatti, Chief Technical & Innovation Officer di Lenovo e Giulia Collico, studentessa iscritta al corso di laurea in Linguistic Computing che da ambiti più “tradizionali” ha scoperto le nuove frontiere della linguistica.
Partecipa al talk on line e immergiti nel digital twin del campus di Milano!
Il corso, della Facoltà di Scienze linguistiche e letterature straniere dell’Università Cattolica, prepara ai contesti professionali in cui è richiesta la capacità di estrarre informazioni da grandi insiemi di testi in formato digitale. Erogato in lingua inglese.
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