C’era anche l’Italia fra i 193 Paesi che, a settembre 2015, adottarono gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) con la sottoscrizione dell’Agenda 2030 dell’ONU. Evoluzione degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio, gli SDGs rappresentano l'impegno nei confronti dell’umanità di garantire un futuro migliore e più sostenibile per tutti, sradicando la povertà e promuovendo prosperità e benessere, nel pieno rispetto dell’ambiente.
A tre anni di distanza dall’adozione dell’Agenda 2030, quali sono i progressi compiuti?
Il quadro globale che emerge non è rassicurante: nonostante il miglioramento che si osserva in tanti indicatori relativi ad esempio al piano degli investimenti nelle energie rinnovabili o alla lotta all’uso indiscriminato della plastica, si osservano preoccupanti inversioni di tendenza su temi come la fame e l’insicurezza alimentare, le disuguaglianze, la qualità degli ecosistemi.
A livello europeo la situazione non è migliore: nonostante il fatto che l’Unione europea sia l’area del mondo più avanzata in termini di benessere socio-economico-ambientale come declinato nell’Agenda 2030 e dove vigono le regole più stringenti per la tutela dell’ambiente e dei lavoratori, un quarto della popolazione è a rischio di povertà ed esclusione sociale, le disuguaglianze non accennano a ridursi e la disoccupazione e la sottoccupazione sono molto diffuse, soprattutto in alcuni Paesi.
Il percorso dell’Italia (e da quest’anno, dei suoi diversi territori) nell’attuazione dell’Agenda 2030 è analizzato per il terzo anno consecutivo dall'Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS). Emerge una situazione di non sostenibilità del Paese da tutti i punti di vista, economico, sociale, ambientale e istituzionale. Anche laddove si riscontrano evidenti miglioramenti, l'Italia è molto lontana dagli Obiettivi, mentre in altri casi le tendenze osservate vanno nella direzione sbagliata.
In particolare, l’Italia mostra segni di miglioramento in otto aree: alimentazione e agricoltura sostenibile, salute, educazione, uguaglianza di genere, innovazione, modelli sostenibili di produzione e di consumo, lotta al cambiamento climatico, cooperazione internazionale. Per cinque aree, invece, la situazione peggiora sensibilmente: povertà, condizione economica e occupazionale, disuguaglianze, condizioni delle città ed ecosistema terrestre, mentre per le restanti quattro (acqua e strutture igienico-sanitarie, sistema energetico, condizione dei mari e qualità della governance, pace, giustizia e istituzioni solide) la condizione appare sostanzialmente invariata.
Emergono inoltre ritardi della politica particolarmente pronunciati, pur in presenza di una significativa mobilitazione del mondo delle imprese, delle istituzioni culturali, educative e della società civile. Si rileva infatti un crescente interesse della società per il tema dello sviluppo sostenibile, testimoniato dalle prese di posizione di importanti soggetti economici e sociali, dallo sviluppo di programmi educativi nelle scuole e nelle università, dal numero di iniziative finalizzate a coinvolgere imprese, comunità locali e singole persone sulle diverse questioni dell’Agenda 2030.
Oltre a fotografare la situazione italiana e dei territori, ASviS avanza anche proposte concrete per migliorare le performance economiche, sociali e ambientali del nostro Paese e per ridurre le forti disuguaglianze che lo attraversano.
Parteciperà Antonino Costantino, Direttore Generale di FORMA.TEMP e componente del Segretariato ASviS.
ALTIS è pioniera della sostenibilità in Italia e protagonista della diffusione della responsabilità sociale sin dai suoi esordi, essendo participant dell’UN Global Compact, avendo sottoscritto i Principles for Responsible Management Education (PRME) ed essendo tra i primi firmatari del capitolo italiano. E' inoltre associata ad ASviS.
Naviga sul nostro sito per conoscere le attività che l'Università Cattolica realizza in materia di sostenibilità per le Pubbliche Amministrazioni. Per maggiori informazioni scrivici!