1. Informazioni generali
Anno di uscita: 2008
Origine: Giappone
Canale di messa in onda: WOWOW (disponibile in Italia nel catalogo di VVVID)
Numero stagioni/episodi: 1/12
Genere: anime, fantascienza
Figure professionali: Masaaki Yuasa (ideatore, regia e sceneggiatura), Hiroyoki Kituara (produzione), Kiyoshi Yoshida (musiche)
2. Descrizione
Prodotta da Madhouse (Texhnolyze), Kaiba è una serie anime trasmessa nel 2008 dal canale satellitare a pagamento WOWOW.
Kaiba si risveglia nella stanza disadorna di un palazzo in rovina. Non ha alcun ricordo di come sia finito lì, né alcuna memoria del suo passato, se non un pendaglio con la foto di una ragazza sconosciuta che evoca qualche vaga reminiscenza. A rendere ancora più bizzarra la situazione, il protagonista scopre di avere un buco al centro del petto e quello che sembra un simbolo di natura esoterica sull’addome. Grazie all’aiuto di Popo, uno sconosciuto che sembra però sapere molte cose su Kaiba, il protagonista fugge dall’inquietante stanza vuota. Il mondo in cui si ritrova, però, risulta essere altrettanto sconvolgete: come spiega Popo, i ricordi possono essere immagazzinati su supporti digitali e trasferiti tra diversi corpi, permettendo all’umanità di raggiungere, almeno virtualmente, l’immortalità. I chip per la conservazione dei ricordi e la loro installazione su un nuovo corpo, tuttavia, sono operazioni costose e solo un ristretto manipolo di facoltosi individui può permettersele, mentre la gran parte della popolazione vive nei bassifondi della città, dove si possono al massimo recuperare tecnologie scadenti.
Sarà proprio il recupero della memoria andata perduta la missione di Kaiba, una missione che lo porterà a incrociare il suo cammino con variopinti personaggi e sadiche autorità.
Nonostante la serie sia stata accolta con grande favore della critica in patria, qualsiasi tentativo di prosecuzione dell’universo narrativo della serie, tra cui una serie prequel incentrata su Popo, non sono mai andati oltre i preliminari stadi di sviluppo.
3. Ambiti distopici
Digitalizzazione, immagazzinamento e trasferimento della memoria umana: sono queste le premesse su cui si fonda il complesso universo narrativo di Kaiba, elementi che costituiranno l’ossatura di una ben più nota narrazione distopica come Altered Carbon, la serie Netflix basata sull’omonimo romanzo di Richard Morgan del 2002. Pur con toni molto diversi, Kaiba affronta tematiche comuni alla serie che vede per protagonista Takeshi Kovacs, tra cui i rischi insiti nella digitalizzazione e commercializzazione dei ricordi, che costituiscono quanto di più intimo un essere umano può conservare. In Kaiba, infatti, i ricordi vengono regolarmente rubati e sono al centro di un florido commercio illegale che distrugge la relazione tra il singolo e i suoi ricordi personali, resi invece disponibili al migliore offerente.
Come Altered Carbon, poi, anche Kaiba contiene una componente di critica sociale. La possibilità di digitalizzare la propria memoria e trasferirla in un nuovo corpo, infatti, permette all’uomo di superare la soglia estrema della morte e raggiungere virtualmente l’immortalità. Solo pochi ricchi eletti, tuttavia, possono permettersi di cambiare regolarmente corpo o cancellare i ricordi più spiacevoli dalla propria gamma di memorie, condannando il resto della popolazione a vivere con la paura di perdere qualsiasi traccia della propria esistenza al momento della morte. L’opposizione sociale è resa anche a livello spaziale, per cui i ricchi abitanti di questo universo conturbante abitano in attici di altissimi palazzi circondati da nuvole elettriche (chiunque attraversi queste nuvole è condannato a perdere la propria memoria), mentre chi non può permettersi tali lussi abita nei bassifondi della città, conscio che la sua esistenza non proseguirà oltre il naturale deperimento del corpo.
4. Coordinate spazio-temporali
Kaiba si svolge in un orizzonte temporale non definito che potrebbe corrispondere tanto a un futuro prossimo quanto a una dimensione alternativa e surreale. Allo stesso modo, il setting dell’azione resta indefinito, alimentando così ulteriormente nello spettatore quella sensazione di alienazione che percorre come un filo rosso i dodici episodi della serie.
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