Calcio, democrazia, mercato: Lectio con Lorenzo Casini
In Università Cattolica, Lectio del Presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini. "C’è democrazia nel calcio e nelle sue istituzioni? E come agisce il calcio nelle democrazie?"
La Figc ha individuato tre nuovi parametri per monitorare l’equilibrio finanziario ed economico delle società di calcio ed avvicinare il sistema delle licenze nazionali per le società di Serie A ai requisiti previsti dall’Uefa. Si tratta degli indicatori di liquidità, di indebitamento e del costo del lavoro allargato, per i quali sono stati previsti la misura minima, nel caso del primo, e il valore soglia, relativo agli altri due. A partire dall’attuale stagione sportiva, il progressivo allineamento al sistema del Fair Play Finanziario introdotto dalla Uefa e una graduale introduzione di ulteriori indicatori di controllo dell’equilibrio patrimoniale, finanziario ed economico, hanno portato la Figc ad individuare tre nuovi parametri.
«Il primo è l’indicatore di liquidità – spiega Claudio Sottoriva, docente di Metodologie e determinazioni quantitative d’azienda presso la Facoltà di Economia dell’Università Cattolica, su Sportbusinessmanagement.it –. Questo parametro è finalizzato a misurare il grado di equilibrio finanziario di breve termine, ossia la capacità di una società di far fronte agli impegni finanziari con scadenza entro i 12 mesi. Viene calcolato sulla base delle risultanze del bilancio d’esercizio e della relazione semestrale. In caso di mancato rispetto dell’indicatore di liquidità, la carenza finanziaria dovrà essere ripianata».
Il secondo parametro introdotto dalla Figc è l’indicatore di indebitamento, finalizzato a misurare il grado complessivo di indebitamento della società in rapporto al valore della produzione. «Si tratta del raccordo tra la componente finanziaria dei debiti e quella economica del valore della produzione – continua il professor Sottoriva –. In altre parole, segnala in modo sintetico la sostenibilità dell’indebitamento e viene calcolato sulla base delle risultanze del bilancio d’esercizio e della relazione semestrale, mentre il valore della produzione è dato dal suo valore medio degli ultimi tre bilanci d’esercizio approvati».
Vi è anche un terzo parametro, ossia l’indicatore di costo del lavoro allargato. È finalizzato a misurare il peso economico del costo del lavoro e viene calcolato attraverso il rapporto tra il costo del lavoro allargato e i ricavi. «Il costo del lavoro allargato include i costi per il personale, compresi gli ammortamenti dei diritti alle prestazioni dei calciatori – precisa il professor Sottoriva –. I ricavi comprendono quelli delle vendite e delle prestazioni, i proventi da sponsorizzazioni e pubblicitari, i proventi commerciali e le royalties, quelli derivanti dalla cessione dei diritti televisivi e le plusvalenze da cessione dei diritti alle prestazioni dei calciatori al netto delle relative minusvalenze».
Dalla prossima stagione, il mancato rispetto dell’indicatore di liquidità nella misura minima stabilita dal Consiglio federale determinerà per le società inadempienti il divieto di acquisizione del diritto alle prestazioni dei calciatori. «A meno che presentino un saldo positivo della campagna trasferimenti – aggiunge il professor Sottoriva –, che dovrà tenere conto anche della differenza tra il costo contrattuale dei calciatori ceduti ed il costo contrattuale dei calciatori acquisiti, comprensivo della quota di ammortamento dell’esercizio e degli eventuali oneri di diretta imputazione. Un divieto, quello di acquisizione del diritto alle prestazioni dei calciatori, che viene meno solo quando l’indicatore di liquidità viene ristabilito nella misura minima».
Ma non è tutto, perché ai fini dell’ottenimento della licenza nazionale per la stagione sportiva 2016/2017, la Figc ha previsto che vengano presi in considerazione ulteriori requisiti. «Stiamo parlando – chiarisce Sottoriva – dell’assenza di debiti nei confronti di società affiliate a Federazioni estere relativi a corrispettivi dovuti per acquisizioni internazionali dei calciatori; del pagamento degli emolumenti dovuti ai tesserati ed alle altre figure previste dal sistema delle licenze nazionali, nonché dei contributi Inps; del pagamento dei compensi netti, dovuti ai tesserati in forza di accordi depositati in Lega».
Con un progressivo avvicinamento alle normative Uefa, dalla stagione sportiva 2018/2019 ai fini dell’ottenimento della licenza nazionale sarà preso in considerazione l’ulteriore requisito del raggiungimento del pareggio di bilancio. «A gennaio la Figc ha approvato il Manuale applicativo sul pareggio di bilancio, che dettaglia quali sono i ricavi e i costi rilevanti, il periodo di rilevazione, la definizione della deviazione accettabile e la normativa transitoria – chiosa il professor Sottoriva –. Se l’esercizio sociale coincide con la stagione sportiva, la sussistenza del pareggio di bilancio sarà calcolata attraverso la determinazione dei ricavi e dei costi rilevanti, a partire dal bilancio d’esercizio al 30 giugno 2016; se l’esercizio sociale coincide invece con l’anno solare, dal bilancio d’esercizio al 31 dicembre 2016. Nel caso poi sussistano i presupposti di consolidamento, la verifica del pareggio di bilancio sarà effettuata sul bilancio consolidato della società che controlla il gruppo sportivo».
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