Università Cattolica del Sacro Cuore

di Elena Vagni

Come il Ring mi ha cambiato la vita

I volti della Dual Career

“Mi chiamo Paul Amefiam e la mia passione principale è il pugilato, ma nel frattempo studio anche Scienze Bancarie e Assicurative e lavoro.”

Per raccontare attraverso una metafora la storia dello studente-atleta Komi Paul Amefiam si potrebbe citare la data del 30 ottobre 1974, in cui la boxe diventò storia, e in cui tante persone si appassionarono a questa disciplina guardando un incontro durissimo: "The Rumble in the Jungle" in cui Muhammad Ali sfidò il campione in carica dei pesi massimi George Foreman a Kinshasa e vinse. «Vola come una farfalla, pungi come un'ape» diceva. Anche oggi la boxe sembra continuare a cambiare la vita di coloro che si appassionano a questo duro sport. È il caso del pugile Paul Amefiam.

Paul è uno studente-atleta dell’Università Cattolica che frequenta il ring da appena 7 anni, ma la sua dedizione e i suoi intensi allenamenti lo hanno portato in soli 4 anni a competere da pugile professionista.

“Ho deciso di fare questo sport perché lo faceva un mio amico e mi ha trasmesso questa passione. Un giorno sono andato in palestra con lui e sono rimasto folgorato dal contesto. Ho iniziato a praticarlo per un anno senza frequentare assiduamente, ma l’anno successivo ho deciso di dare costanza cercando di intraprendere la carriera da pugile.”

L’atleta racconta così quanto il pugilato lo abbia cambiato, come il sacrificio intrinseco del ring e della sofferenza, anche fisica, lo abbiano aiutato quotidianamente ad affrontare le sfide del lavoro e dello studio e gli abbiano permesso di acquisire maggiore sicurezza personale e caratteriale.

Prosegue descrivendo come le tre carriere, sportiva, universitaria e lavorativa, siano strettamente interconnesse: “Il mio lavoro mi permette di pagarmi gli studi e di vivere; mentre lo studio, così come il pugilato, sono una passione. Mi piace approfondire, ricercare, vorrei crescere a livello lavorativo e personale. Per questo ho intravisto nell’università una possibilità di crescita. Nella mia routine c’è tanta organizzazione, tanto focus mentale, ma ne vale la pena. Se non riesco ad allenarmi, non riesco a studiare.”

Diventare professionista ha significato cambiare tante regole e aspetti della sua disciplina, portando a duellare senza protezioni e sfidando gli avversari a un tu per tu composto da colpi da schivare e da sferrare; ad affrontare allenamenti più lunghi e faticosi e ad avere rapporti con manager sportivi per gestire la propria immagine. Ma questi elementi per Paul rappresentano un’ulteriore occasione per fare un passo in più:

“Sono una persona timida, ma la boxe mi ha fatto crescere sia a livello fisico che mentale e caratteriale. Guardandomi indietro, mi vedo maturato, perché il pugilato mi ha presentato delle situazioni davanti da cui non potevo scappare. È stato un aiuto oltre che una passione. Ormai è il mio stile di vita!”

Aggiunge poi: “La mia giornata è semplice: lavoro, vado in palestra, uscito dalla palestra studio e vado a dormire”. Paul trascorre infatti diverse ore della sua giornata ad allenarsi sul ring e, per poter conciliare lo sport con lo studio, è sostenuto dal Programma Dual Career dell’Università Cattolica, che lo affianca nella gestione quotidiana delle sue tre carriere.

Per premiare e sostenere il suo triplice impegno, nell’ambito del Programma Dual Career, Paul è stato insignito di un premio speciale all’impegno per la carriera sportiva e universitaria, finanziato dal progetto d’Ateneo #SHAREYOURFUTURE.

Oltre alla carriera da pugile, lo studio universitario permette a Paul di intravedere anche dei possibili sbocchi professionali in campi differenti: “Vorrei lavorare nell’ambito delle scienze bancarie e delle assicurazioni, continuare a fare boxe vincendo da professionista la cintura italiana, fare gli europei, poi… chissà, sognare in grande!” conclude.

Le tre carriere dello studente-atleta Paul Amefiam sembrano essere sorrette e sostenersi a vicenda proprio grazie al pugilato, che le rinforza e le unisce permettendo alle “lezioni di vita” imparate sul ring di trovare applicazione anche nella vita professionale e personale.

 

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