Università Cattolica del Sacro Cuore

di Elena Vagni

Il mio vestito su misura tra l’atletica e la ricerca
La storia di Francesca Cipelli

I volti della dual Career

Francesca Cipelli è una studentessa del corso di laurea magistrale in Media Education dell’Università Cattolica di Milano, prossima alla laurea con una tesi sulla robotica educativa.
Francesca è anche un’atleta paralimpica della Nazionale italiana specializzata nella disciplina del salto in lungo, passione che coltiva dall’età di 14 anni.
Rimasta con la parte destra del corpo paralizzata da quando aveva 10 anni a causa di un trauma cranico, dopo un lungo periodo di riabilitazione, e con il supporto di specialisti, Francesca ha fatto finalmente il suo ingresso nel mondo dell’atletica e delle competizioni paralimpiche.

“Spesso sui giornali si legge ‘atleti speciali/diversi’ qualsiasi termine che ci riguarda è di distinzione dagli altri, ma noi siamo atleti come gli altri. Su questo stiamo lottando molto!” Francesca sottolinea come lo spirito di condivisione fra gli atleti l’abbia aiutata a comprendere quanto la diversità possa essere un valore aggiunto e le abbia dato lo stimolo per migliorarsi e proseguire in questo percorso.

Allenamenti intensi e determinazione l’hanno portata così a raggiungere un record nazionale di 4,12m nel 2019 e a partecipare ai giochi olimpici di Tokyo 2020, esperienza che si apprestava a vivere in occasione di una precedente intervista avvenuta proprio a ridosso dell’evento.

Francesca racconta:

“Le paralimpiadi sono state l’esperienza più forte della mia vita, anche se il risultato non è stato quello che speravo. Quando ho terminato la gara, ho pensato a quanto l’evento più simbolico a cui avessi mai partecipato potesse essere il punto di partenza e non quello di arrivo! Da quel momento ho capito davvero quanto potessi dare in questo sport e a quanto potessi ambire.

Oltre allo sport, Francesca mette in luce le sue passioni e le sue ambizioni future a partire dagli studi nel corso in Media Education che la stanno portando al traguardo della laurea magistrale, con un lavoro di tesi all’estero.

“Studio Media Education in magistrale e mi sto per laureare sostenuta dai Servizi per l’Inclusione e dal Programma Dual Career dell’Università Cattolica, che mi ha dato la possibilità di migliorarmi nello sport e nello studio. Sono a Stoccolma da quasi un anno per studiare e scrivere la mia tesi, nata da un’idea durante il corso del prof. Massaro sulla robotica cognitiva. Non avevo mai pensato a questo risvolto della mia laurea e ho voluto approfondirlo. Ho provato ad andare in Giappone, ma era durante il periodo del covid e non era possibile, allora sono andata in una scuola primaria dove assistevo l'insegnante di informatica e robotica; lì sono venuta a conoscenza di diverse tecnologie per l’insegnamento, che mi hanno aperto un mondo.”

L’esperienza di Stoccolma le sta dimostrando che l’ambiente accademico è molto simile all’ambiente dello sport di alto livello:

Ho trovato tanti parallelismi. Nella ricerca, sei tu che trovi idee e soluzioni possibili e devi capire come perseguire per rispondere alle domande che ti si pongono davanti. È un ambiente stimolante che produce tante sfide. Allo stesso modo nello sport devi essere pioniere nel cercare nuovi approcci e metodi che si adattino a te, come un vestito che ti cuci addosso. Ora finalmente mi rendo conto che ho altre prospettive oltre all’atletica: prima mi concentravo solo sui miei obiettivi sportivi e puntavo a raggiungere quelli; ora continuo a volerli raggiungere, ma ho trovato anche quel qualcos’altro che mancava!”

Nell’anno a Stoccolma, l’atleta ha anche conosciuto un nuovo allenatore che la sta accompagnando in ogni suo passo ed è venuta a contatto con un mondo sportivo all’avanguardia, nonostante la cultura dello sport con disabilità sia ancora molto povera:

“Qui sono molto attrezzati, sono più avanguardisti, ma non c’è cultura dello sport paralimpico. Io e il mio allenatore ci stiamo rendendo conto dei tanti progressi che si potrebbero fare. Ogni esperienza che ho fatto mi ha permesso di capire di più ciò che sono in grado di affrontare anche in un contesto culturale differente da quello da cui provengo, mi sto portando dietro un importantissimo bagaglio culturale! Sarò sempre un’Azzurra, ma anche questo nuovo contesto mi sta dando tantissimo!”

La possibilità di avere mezzi sportivi all’avanguardia, per Francesca, rappresenta l’opportunità di abbattere le barriere e praticare sport alla pari, permettendo a tutti di esprimere al meglio se stessi sia a livello fisico che a livello mentale.

 

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