di Elena Vagni
I gemelli della pallanuoto!
I volti della Dual Career
Giuseppe Garozzo di Grazia, studente di Laurea Magistrale in Mercati e Strategia di Impresa e atleta di pallanuoto della Bocconi in serie C, racconta la sua storia e il suo ingresso nel mondo dello sport, un percorso da sempre condiviso con il fratello gemello, che lo avrebbe accompagnato in tutti i passi della sua avventura sportiva, dalla loro città natale, Catania, sino all’arrivo in una nuova città.
“Gioco a pallanuoto da quando avevo 7 anni. Ho un fratello gemello con cui ho condiviso tutto, in particolare lo sport. Un giorno eravamo a una festa di compleanno di un nostro amico e il presidente della società Nuoto Catania – la prima squadra di pallanuoto di Catania – ci notò. All’epoca il nostro fisico non era dei migliori e ci propose di andare a provare ad allenarci da lui. È così ci siamo innamorati di questo sport!”
Giuseppe descrive i primi anni di pallanuoto, susseguiti tra allenamenti e studio, in cui il legame con il fratello cresceva quotidianamente, fino al giorno in cui, all’età di 15 anni, l’Associazione Nuotatori Brescia li vide giocare e avanzò la proposta di averli nella loro società, mettendo a disposizione un residence dove i due fratelli avrebbero potuto alloggiare.
“Brescia ha contattato i nostri genitori per chiedere se potessimo andare a giocare lì. Mamma e papà ci hanno lasciato liberi di inseguire i nostri sogni anche lontano da casa, avevamo 15 anni… e si è rivelata la scelta migliore della nostra vita! Eravamo solo io e mio fratello, ci dividevamo i compiti in casa, lui lavava e io stendevo, lui cucinava e io lavavo i piatti. È stato in quel periodo che ho capito che la pallanuoto sarebbe diventata una parte fondamentale della mia giornata.”
La scelta dei due fratelli di affrontare un cambiamento così significativo in piena età adolescenziale, spostandosi in una nuova città, lontano dalla propria famiglia, e frequentando una nuova scuola e una nuova realtà sportiva, ha rappresentato una parte fondamentale del loro percorso di crescita, anche se il primo approccio con la città lombarda, come descritto da Giuseppe, non fu subito semplice:
“Il giorno della partenza siamo saliti in aereo da Catania con 30 gradi in pantaloncini e maglietta. Arrivati a Bergamo con nostro padre c’era invece un tempo bruttissimo. A Brescia non trovavamo il residence, diluviava, tutto era diverso, dalle case ai colori. La struttura della scuola ci faceva paura, era in marmo bianco, triste. All’inizio ci siamo domandati se fosse stata davvero la scelta giusta, eravamo intimoriti. La sera del nostro arrivo io e mio fratello ci siamo detti ‘proviamo una settimana e vediamo cosa succede!’, poi a poco a poco ci siamo lanciati!”
Proseguendo il racconto nella descrizione della routine sportiva, Giuseppe spiega come la pallanuoto sia uno sport fisico e di contatto composto da allenamenti massacranti, che spesso causa piaghe da acqua e calli da palestra sulle mani. Da un lato intenso e “brutale”, dall’altro la pallanuoto porta con sé delle regole ferree che nessuno trasgredisce, perché la squadra è più importante del singolo:
“In linea di massima tutte le giovanili hanno le stesse regole. C’è l’idea della squadra come gruppo, tutti fanno le stesse cose e alcune regole, come il non tenere il telefono a tavola, valgono sia per lo staff che per noi atleti. Ho avuto degli allenatori molto rigidi, ma eccezionali, che mi hanno trasmesso in modo forte il concetto di squadra: si vince e si perde insieme.”
La squadra, Giuseppe, l’ha sempre percepita come alleata anche in casa: suo fratello è stato infatti il suo primo compagno di viaggio. Nonostante le tante ore trascorse insieme, il pallanuotista esprime un sincero rapporto di stima e fiducia reciproca che annulla qualsiasi sentimento di invidia:
“Sono un giocatore tardivo, mi sono sviluppato più tardi di mio fratello; da piccolo ero più minuto, mentre mio fratello a 15 anni era più strutturato ed è stato chiamato in Nazionale. Non sono mai stato geloso di questo e, se lui veniva convocato, non mi è mai successo di arrabbiarmi, anzi, sono sempre stato contento per lui, come lui lo è stato per me. L’occasione di poter giocare nella stessa squadra ci rende più felici, ma quando questo non accade, non ha mai generato screzi tra di noi.”
Anche nel rapporto con il proprio percorso di studi, la vicinanza e il solido legame fraterno hanno permesso a Giuseppe di mantenere la serenità giusta per affrontare momenti difficili anche nel contesto scolastico:
“Avere un gemello mi ha sempre aiutato anche a scuola, specialmente quando mi capitava di non poter andare a lezione a causa degli allenamenti. Avevo comunque la possibilità di studiare sempre con lui, che stava affrontando le mie stesse fatiche e studiando le mie stesse materie. Quindi ci rimboccavamo le maniche e studiavamo. In Università, già in triennale, ero nel programma Dual Career che ho percepito come un grande sollievo, sapevo di potervi fare affidamento e avere un sostegno se avessi avuto delle difficoltà. Il Programma funziona davvero bene e sono grato all’Ateneo di questa possibilità per noi studenti-atleti.”
Il percorso di Laurea Magistrale in Mercati e Strategie di Impresa, motivato dall’interesse per altri ambiti quali i motori e il settore immobiliare, porterà presto Giuseppe ad intraprendere un’esperienza all’estero che gli permetterà di combinare sport e studio in una nuova avventura: il prossimo anno svolgerà un’esperienza di tre mesi a Los Angeles dove potrà studiare e allenarsi in College.
“In America la pallanuoto sta crescendo tantissimo, hanno un approccio schematico. Hanno ingaggiato allenatori e staff importanti per crescere e migliorarsi, si allenano quantitativamente di più. Ci sono diverse figure che ti seguono come atleta a 360 gradi ed è un’esperienza che voglio sperimentare!”
Tra impegni accademici, allenamenti e grande spirito di intraprendenza, la storia di Giuseppe ci trasmette soprattutto il valore della condivisione, insegnando a non sentirsi minati dai successi altrui, sportivi o scolastici, ma incoraggiando sempre il supporto reciproco anche nella doppia carriera.