Università Cattolica del Sacro Cuore

di Elena Vagni

La Storia di Giulia: da “Dual” a “Trial” Career

I volti della Dual Career

 

Giulia Rulli è un’atleta lavoratrice, ha un’olimpiade alle spalle (Tokyo 2020) nella disciplina del basket 3x3 e ha preso parte al Programma Dual Career, prima come studentessa-atleta e oggi come tutor.
Presentandosi, introduce brevemente la storia del suo sport:

«Nasce dal parchetto, nei contesti americani. È una forma di aggregazione del gioco spontaneo. Anche io, quando ero più piccola, andavo al parco con le amiche e giocavo con chi c’era. Da qualche anno il basket 3x3 è diventato uno sport riconosciuto con tornei, mondiali, europei e alcune tappe estive per aumentare il posizionamento nel ranking per le qualificazioni olimpiche».

Prosegue poi entrando nel vivo dell’esperienza di Tokyo 2020:

«Essere alle olimpiadi è stato il punto più alto della mia carriera sportiva, era un sogno che non sapevo nemmeno di avere. Il pensiero di potermi giocare una possibilità è nato dopo il mondiale del 2018 sapendo che il 3x3 era stato inserito come nuova disciplina olimpica. Essere a Tokyo nel 2021 è stata una sensazione dolce amara: quello che ho vissuto io è stato un meravigliarsi di tutto, ma - senza il pubblico - con un sapore amaro.»

Giulia ha vissuto una delle tappe più importanti della vita sportiva di un atleta in un momento storico complesso. Le olimpiadi previste per il 2020, a causa della pandemia, sono infatti state posticipate di un anno. E anche nel 2021 la situazione non era semplice. Gli atleti erano terrorizzati dall’idea di contagiarsi, di vedere sfumare le proprie aspettative, racconta Giulia, che durante il periodo precedente la sua partenza per Tokyo e l’arrivo al villaggio olimpico si allenava alle 6 del mattino per non incontrare nessuno in palestra. E aggiunge:

“C’era diffidenza tra gli atleti, si percepiva che ci fosse tanta paura. Chiunque fosse risultato positivo, avrebbe dovuto lasciare la squadra e il sogno dell’olimpiade.»

La passione trasmessa nel ripercorrere la sua massima realizzazione sportiva emerge nuovamente nella descrizione degli studi in psicologia dello sport: una vita alternata tra lo studio e l’attività sportiva.

«Per me non è mai stata una scelta studiare o meno. Dal liceo in poi ho sempre portato avanti studio e sport parallelamente. Mi stavo laureando in magistrale in Scienze e tecniche psicologiche e già avevo in mente di frequentare il master in Sport e Intervento Psicosociale. Sapevo bene che avrei avuto le qualificazioni per le olimpiadi e nel frattempo avrei dovuto frequentare le lezioni e dare gli esami, ma non era una alternativa, anzi, le due strade sono sempre andate di pari passo. Attualmente lavoro e studio, lo stesso equilibrio che c’era al liceo e in università, ora lo trovo nella mia attività professionale.»

Racconta della sua tesi di laurea incentrata sul tema del post carriera, un punto di svolta nella vita di un atleta:

«La costruzione del post carriera sportiva è fondamentale! Nel momento in cui dedichi tutta la tua vita a una cosa sola e la termini, resettare e ripartire è molto difficile. Iniziare a studiare mentre ancora giochi – con i tempi di un atleta – ti permette di avere una base da cui partire. Ti consente di avere gli strumenti per iniziare la tua “seconda vita”».

Giulia è un vulcano di attività: università, sport e lavoro in diverse realtà sportive tutte accumunate dalla stessa passione per lo sport. È fortemente motivata a promuovere e favorire le buone pratiche affinché ci siano già a partire dalle scuole superiori, professionisti in grado di supportare gli studenti che vivono quel costante equilibrio tra studio e sport:

«Da maggio faremo dei corsi di formazione per gli istruttori e i docenti che si occupano dei ragazzi negli anni del liceo. È uno dei primi tasselli: formare sia gli operatori scolastici che quelli sportivi. Per me lo sport praticato è stato totalizzante, studiavo e mi allenavo, non facevo altro. Si stanno facendo grandi passi in avanti per gli sportivi e anche il Coni si sta muovendo per riconoscere lo studente-atleta.»

Citando il Programma Dual Career, Giulia identifica inoltre quanto sia importante il “riconoscimento del valore dell’atleta per chi affronta quotidianamente le sfide dello studio e dello sport.
Successivamente al conseguimento del suo secondo master, la professoressa Chiara D’Angelo, (coordinatrice del Programma) la invita così a entrare nel progetto nelle vesti di tutor. «Non ci ho pensato nemmeno un secondo e ho accettato».
Continua:

«Per me è stata la chiusura di un cerchio attraverso le mie fatiche e i miei punti di forza. Avendo vissuto in primis le difficoltà di conciliare lo sport e lo studio, capisco meglio le fatiche degli studenti. Il consiglio che mi sento di dare è quindi quello di provare a intraprendere questo doppio percorso senza partire sconfitti o pensando di non potercela fare. Nel corso di questo cammino si impara a poco a poco a trovare il tempo e il modo per studiare, dare gli esami e fare sport, creando una gratificazione e un circolo virtuoso che forniscono gli stimoli per proseguire. C’è sempre un ambito da cui attingere una soddisfazione, che sia quello scolastico o sportivo.»

La storia di Giulia ci insegna che la doppia carriera è una strada ripida ma che può regalare una doppia gratificazione ed essere intrapresa sia da studenti che da lavoratori.
Un incoraggiamento concreto per tutti i nostri studenti-atleti!

GUARDA L'INTERVISTA!!

 

Eventi/News