di Francesco Berlucchi
Lo sport le ha insegnato tanto, le ha dato tanto. Lei lo sa, mette in pratica ogni giorno quegli stessi insegnamenti e affronta contemporaneamente sfide diverse e complicate. Come quella del riscatto agli Europei di pallavolo dopo un’Olimpiade che andava dimenticata presto. E come la scommessa, prima di tutto con sé stessa, di laurearsi a pochi mesi dalla conquista del titolo europeo. Una sfida vinta da Cristina Chirichella, anche questa volta. Lunedì 14 febbraio, la campionessa europea di volley si è laureata dottoressa in Scienze motorie e dello sport con 110 e lode. «Durante l’Europeo stavo scrivendo la tesi - racconta - In tutto il periodo estivo i libri mi hanno sempre accompagnato. Sono riuscita a dare cinque esami prima delle Olimpiadi. E l’ultimo l’ho dato tra l’Olimpiade e l’Europeo. O meglio, era la mattina della partita dei quarti di finale, ho fatto l’esame e poi sono andata a giocare la partita al pomeriggio. Ero felicissima (sorride, ndr)».
Cristina ha discusso una tesi dal titolo Spalla dolorosa nell’atleta overhead: ruolo dell’esercizio nella gestione conservativa con relatore Christel Galvani, docente di Metodi di valutazione funzionale dell’atleta. La scelta di frequentare la Cattolica è nata partecipando al programma Dual Career dedicato agli studenti-atleti dell’Ateneo, promosso da Cattolicaper lo Sport. «Ho iniziato l’università proprio perché avevo sentito parlare di questo progetto. Era un’idea che avevo già da qualche tempo, quella di volermi iscrivere a Scienze motorie. Solo che frequentare con assiduità per me era praticamente impossibile. Allo stesso tempo, volevo studiare in un’università non telematica, desideravo vivere la realtà dell’università. Quando ho saputo della partenza di questo programma, ho preso la palla al balzo e mi sono iscritta».
Da studentessa della Cattolica, Cristina con Agil Volley Novara - la sua seconda casa, la squadra della quale è simbolo e capitano - ha vinto la Coppa Italia e la CEV Champions League, la massima competizione continentale per club. Con la Nazionale italiana si è laureata vicecampionessa del mondo nel 2018, in Giappone, ricevendo i complimenti del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella: «Vorrei che l’Italia assomigliasse a questa Nazionale, con senso di coesione e di responsabilità». Prima di laurearsi alla Cattolica, la 28enne napoletana ha conquistato anche un bronzo a quei Campionati europei che ha vinto due anni più tardi, a Belgrado, battendo in finale le padrone di casa. La riscossa migliore dopo la delusione di Tokyo 2020.
«È stata una lunga preparazione quella per le Olimpiadi, posticipate di un anno. Puntavamo alla medaglia, sapevamo che sarebbe stato difficilissimo ma siamo andate via da Tokyo con il rammarico di non aver giocato la nostra miglior pallavolo. Nonostante avessimo fatto molti ritiri, allenamenti e amichevoli per prepararci al meglio, ci siamo giocate la possibilità di scrivere la storia della pallavolo femminile. Però siamo state brave e fortunate a rimetterci in pista dopo quella batosta. E dopo una sola settimana dal rientro da Tokyo siamo ripartite per l’Europeo. Abbiamo ricostruito strada facendo quello che non aveva funzionato. E questa è la cosa più strana. Normalmente c’è sempre il momento per prepararsi alla competizione. Quest’anno il tempo per prepararci agli Europei non l’abbiamo avuto. Rientrare in palestra dopo Tokyo è stata dura, ma abbiamo lottato insieme da vera squadra. E siamo riusciti a ottenere il riscatto che volevamo».
Dopo un’estate così, chiunque avrebbe voluto tirare il fiato. Ma non lei, non Cristina. Perché era già tempo di concludere la tesi di laurea, e di portare a termine il suo percorso di Dual career. «Devo tantissimo alla mia tutor, Elisa (il programma mette a disposizione degli studenti-atleti due tutor dedicate, ndr). Se mi sono laureata, è anche merito suo. I docenti sono stati super disponibili, anche nella predisposizione di appelli d’esame in giornate diverse rispetto a quelle prestabilite quando avevo ritiri o partite importanti. Sono riuscita a frequentare l’Università in modo normale, e questa per me è la cosa straordinaria. Suggerisco a chi come me fa sport di sfruttare questo progetto al meglio. È stata la riposta a tutti i miei dubbi. Vi aiuterà tantissimo ad andare avanti e finire il vostro percorso». Un percorso, quello di Cristina, che oggi si arricchisce ancora. Con dedizione e determinazione. Con un 110 e lode e un sorriso grande.
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