Un gioco molto veloce, intenso e tecnico, divertente sia da praticare sia da guardare sugli spalti. È il floorball, o unihockey. Può cambiare il nome, ma non il concetto alla base: si tratta di una versione indoor dell'hockey su ghiaccio, giocato però senza pattini né protezioni. Nonostante questo, il basso tasso di infortuni che lo contraddistingue e la possibilità di praticarlo a costi molto bassi (non servono palazzetti del ghiaccio né attrezzature molto costose), hanno consentito al floorball di conquistare l’Europa in una trentina d’anni, partendo quasi dal nulla.
Perché il floorball?
La gestione della stecca è molto intuitiva, e la pallina a terra favorisce un rapido apprendimento. Destrezza e velocità la fanno da padrone, così come il fair play. Ci si diverte fin da subito, al primo contatto con la pallina forata. Anche se ovviamente per arrivare ad alti livelli sono necessari impegno e costanza negli allenamenti.
In Italia, le squadre sono tipicamente miste. Le sostituzioni volanti, cioè senza fermare il gioco, e il bordo campo protetto da sponde alte mezzo metro che tengono in campo la pallina (come nell’hockey su ghiaccio), conferiscono un dinamismo tale che non deve stupire lo slogan «floorball: the fastest game ever».
Come si gioca?
Le regole sono poche e ben chiare. Tre contro tre oppure cinque contro cinque, si può giocare anche dietro la porta, è consentito il tocco piede - e questo permette di effettuare dei trick sensazionali con il gioco di sponda, attraverso lo sviluppo di abilità motorie specifiche -, i falli fisici sono sanzionati, solo il portiere è dotato di protezioni mentre i giocatori di movimento hanno divise classiche.
«Riconoscersi come gruppo di lavoro – commenta Daniele Coco, docente di Didattica e metodologia delle attività motorie per l’età evolutiva e tecnico federale della Federazione italiana unihockey-floorball (Fiuf) – comporta la capacità di collaborazione, implicando tolleranza alle frustrazioni, regolazione delle emozioni, del conflitto, dello sforzo e della fatica per obiettivi positivi comuni. La scuola, la squadra, il gruppo sportivo sono luoghi in cui è possibile imparare con gli altri. E le caratteristiche del floorball, unite alla facilità con cui è possibile praticarlo, lo rendono lo sport ideale».
Il Corso in Università Cattolica
Per questo, grazie alla collaborazione con la Fiuf, dal 14 al 22 settembre l’Università Cattolica organizza il corso di Teoria, tecnica e didattica dell’unihockey-floorball (le iscrizioni chiudono il 7 settembre), nel quale interverranno numerosi esperti di livello internazionale. Tra questi, Giorgio Battaini, c.t. della nazionale italiana femminile e formatore Fiuf, Tobias Hellqvist, allenatore con diverse esperienze di successo nella massima lega danese e in Svezia, Joakim Bååth, allenatore e formatore svedese, ha lavorato alla creazione del nuovo sistema di formazione degli allenatori implementato dalla federazione svedese (che costituisce un riferimento nel mondo del floorball), Nicola Riva, arbitro, istruttore e osservatore della Swiss Unihockey, Jorgen Olshov, segretario generale della Fiuf.
Non solo. Per la prima edizione di questo corso, saranno presenti diversi giocatori di caratura internazionale: Ida Jildentun, difensore svedese e nazionale U19, ha già all'attivo due stagioni da protagonista nella juniorallsvenskan, la massima serie giovanile; Michaela Hölmstrom, giocatrice della massima serie svedese, attualmente in Svizzera nella Sportiva Unihockey Mendrisiotto; Alex Kuusk, giocatore professionista estone; Emil Risberg, responsabile della formazione della federazione svedese; Johan Andersson e David Gillek, ex giocatori della nazionale svedese.
Il corso di formazione rientra nelle iniziative di formazione e aggiornamento del personale scolastico organizzate dall’Università Cattolica, soggetto qualificato dal MIUR ai sensi della Direttiva n. 170 del 21/03/2016. I partecipanti possono perciò beneficiare dell’esonero dagli obblighi di servizio.
La partecipazione dà luogo agli effetti giuridici ed economici previsti dalla normativa vigente (nota MIUR n. 2915 del 15/09/2016).
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