La casa della comunità: nuova cultura per la salute
È questo il titolo dell’incontro, organizzato da Prima la comunità insieme ad ACLI e ad Associazione Salute diritto fondamentale, tenutosi giovedì 8 luglio 2021.
“Dobbiamo chiudere la fase dei tagli nella sanità e passare a quella degli investimenti perché ogni euro speso per la salute di un cittadino è un euro speso per il bene della collettività” Così il Ministro della Salute, Roberto Speranza ha iniziato il suo intervento durante il convegno.
“Sulle Case della comunità mettiamo 2miliardi, arriveremo a farne 1350 e devono essere il primo luogo di presa in carico: quando il cittadino vive un problema lì dovrà trovare le prime risposte e poi verrà guidato verso un percorso. Io immagino un luogo in cui sanitario e sociale sono in relazione, dove la presa in carico sia multidisciplinare e venga fatta da personale specializzato, con una formazione specifica che dobbiamo implementare. La casa della comunità deve essere un tassello per cambiare il nostro Sistema Sanitario, farlo diventare più di prossimità, più legato al territorio, per questo punteremo anche sull’assistenza domiciliare.”, ha affermato il Ministro Speranza.
Il fondatore di Prima la comunità, Don Virginio Colmegna, ha esposto i punti del Manifesto La casa della comunità: la salute per tutte e per tutti concentrandosi sulla necessità di “superare la logica prestazionistica dove il paziente diventa un cliente consumatore - ha detto Don Colmegna - mentre l’elemento fondamentale dovrà essere sempre di più la centralità della persona. Ecco perché il nostro appello chiede prima di tutto una mobilitazione culturale che riaffermi la salute come diritto universale dove non si può mai escludere nessuno, tantomeno i più fragili. Non vogliamo fare nessuna lotta agli ospedali, perché sappiamo che hanno una funzione importantissima, la casa della comunità deve essere altro, un luogo dove i cittadini progettano e si danno da fare, insieme, per la salute di tutti. Siamo coscienti che servirà anche un cambiamento nei percorsi universitari perché avremo bisogno di nuove figure professionali.”
A commentare il manifesto è stato il Ministro della Salute, Roberto Speranza: “abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti per realizzare questo grande cambio e le istituzioni devono sicuramente essere il motore ma poi ci vuole una forte spinta dal basso, dalle associazioni, dal territorio e da tutto il mondo del Terzo settore.”
“Il PNRR ci dà un’occasione storica, dobbiamo sfruttarla senza ripetere gli errori del passato, – ha dichiarato l’ex Ministro della Salute, il Prof. Renato Balduzzi, Professore ordinario di Diritto costituzionale nella Facoltà di Giurisprudenza dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, dove insegna altresì Diritto pubblico comparato – prima di tutto coinvolgendo i comuni, che sono fondamentali nella presa in carico multidimensionale di un cittadino, e poi non abbandonando gli standard ospedalieri. Tutti siamo chiamati a dare il nostro contributo e ad aiutare i decisori politici a fare dei passaggi tecnici, diamo gambe e braccia a questa grande riforma che ha l’obiettivo di coniugare, dopo tanti tentativi falliti, il sanitario con il sociale.”
da Acli.it
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