La 70a Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha designato il 2017 come Anno Internazionale del Turismo sostenibile per lo sviluppo: un'occasione unica per sensibilizzare cittadini, governi e operatori di tutto il mondo sull’importante contributo che il turismo può dare all'Agenda universale 2030 per lo sviluppo sostenibile e agli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDG).
#travelenjoyrespect è lo slogan scelto dalle Nazioni Unite per accompagnare questo anno di lavoro e di sensibilizzazione che mira a sostenere un cambiamento nelle politiche, nelle pratiche commerciali e nel comportamento dei consumatori per promuovere lo sviluppo di un settore turistico più sostenibile e motore di sviluppo, di inclusione e di conoscenza.
I numeri in crescita del turismo internazionale
Si tratta di un cambio di prospettiva fondamentale quanto urgente, soprattutto in considerazione degli attuali tassi di crescita del settore e delle proiezioni sui prossimi 10/15 anni: se oggi nel mondo si spostano infatti già oltre 1 miliardo e 200 milioni di viaggiatori internazionali ogni anno, secondo l’Organizzazione mondiale del Turismo nel 2030 si arriverà a 1,8 miliardi e gran parte di questi nuovi flussi proverrà da nuovi mercati in via di sviluppo, soprattutto dell’Asia-Pacifico.
Si tratta, peraltro, di numeri relativi solo ai viaggiatori internazionali perché complessivamente il turismo domestico – cioè quello dei turisti che restano nel loro paese di residenza – raggiunge già oggi i 6 miliardi di persone.
Sostenibilità e formazione
Certamente, in questo contesto, la formazione di operatori e turisti riveste un ruolo molto importante. “All’inizio del ventunesimo secolo gli abitanti del pianeta non possono rinunciare alla coscienza critica di fronte allo stato del pianeta. Disincantatisi dall’euforia di un progresso senza limiti, devono affrontare le ambiguità del marketing globale, accettando le sfide di un’educazione alla responsabilità” sottolinea il professor Pierluigi Malavasi, direttore dell’Alta Scuola per l’Ambiente (ASA) dell’Università Cattolica nell’ambito della quale negli anni sono stati sviluppati numerosi percorsi formativi volti alla costruzione di competenze per la gestione sostenibile delle risorse economiche e ambientali. “I percorsi formativi dell’Alta Scuola per l’Ambiente, nel dialogo autentico tra culture e valori, si spirano a un’antropologia che si costituisce sulla specificità stessa dell’umano, valorizzando il brand di territori ovvero quella cultura della prossimità al cui centro sono le persone e le tante periferie esistenziali della quotidianità. Master, corsi di perfezionamento e summer school sollecitano a concepire in modo integrato qualità della vita delle persone e stato dell’ambiente urbano e rurale, a realizzare un’autentica ecologia umana – caritas in veritate – correlando alta formazione e green economy, progettazione pedagogica e cooperazione internazionale” continua Malavasi.
Università Cattolica per il Turismo Sostenibile
Questa è l’impostazione anche dell’ultimo prodotto formativo sviluppato da ASA, il Master in Gestione e comunicazione della sostenibilità. Formazione, green jobs, circular economy che al Turismo sostenibile, declinato anche in connessione alle strategie di branding territoriale, dedica un intero modulo.
L’idea, infatti, è che la sostenibilità non sia soltanto oggi una questione etica e di responsabilità sociale ma possa diventare al contempo un elemento di vantaggio competitivo in termini di posizionamento e di marketing.
“I corsi di master, di perfezionamento e le summer school di Alta Scuola per l’Ambiente, interrogandosi sulla rilevanza etica delle relazioni produttive e di consumo, esplorano se e a quali condizioni è possibile stringere un patto virtuoso tra paesaggi quotidiani e cultura educativo-ambientale, dinamiche di marketing e progettualità pedagogica”.
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