Tra il 2001 e il 2016 turismo e trasporti sono stati colpiti dal terrorismo circa 400 volte con attacchi in 40 paesi di 8 regioni del mondo: i luoghi dello svago e della vacanza sono diventati oggi un obiettivo primario che permette ai terroristi di ottenere una grande visibilità mediatica e un immediato indebolimento delle economie locali.
Turisti nel mirino
Che gli attentati avvengano in Europa o in altri paesi, il primo a essere colpito è il senso di sicurezza naturalmente insito in un'attività per sua natura di relax e di svago. Il terrorismo crea uno stato di “attenzione permanente” a cui i turisti non sono abituati e con cui invece dovranno convivere costantemente nei prossimi anni. Infine il terrorismo modifica la relazione tra turisti e comunità ospitanti, in particolare quando vengono attaccati i turisti nei paesi di origine dei gruppi terroristici e indebolisce o compromette in modo devastante il brand della destinazione.
Gli effetti devastanti sulle destinazioni
Un esempio drammatico è quello tunisino: in seguito agli attentati del 2015 a Tunisi (Museo del Bardo) e sulla spiaggia di Sousse, la Tunisia ha visto un vero e proprio crollo degli arrivi dall'Europa, quasi il 54% in meno del 2014 (e il 63% in meno dal 2010). Con devastanti conseguenze sull'occupazione, soprattutto dei giovani, e sull'industria turistica locale.
Le destinazioni europee invece si riprendono un po’ più in fretta anche se le conseguenze degli attentati in Francia sono state pesanti in termini di cali degli arrivi e la loro eco ha coinvolto altre aree in Europa: anche Roma e il Giubileo hanno risentito, almeno all'inizio del 2016, di un clima di instabilità internazionale e dell'eco degli attacchi francesi.
Strategie e strumenti di difesa
Far fronte a danni, costi e spese dirette di aziende, tour operator e compagnie che operano nei settori turismo e trasporti; accrescere e garantire la sicurezza dei turisti; gestire, contenere e controllare l'immagine delle destinazioni colpite o a rischio diventano così aspetti sempre più prioritari e strategici per lo sviluppo del settore.
Molte di queste azioni si svolgono in rete e attraverso nuovi strumenti di monitoraggio e di protezione online e con nuove strategie digitali di rebranding, altre si fanno sul campo.
"Una delle sfide, per esempio, è rendere sicuri luoghi che, per loro vocazione, devono essere aperti e accoglienti, perché il turismo non è solo un business ma anche uno stile di vita che è necessario tutelare e promuove" commenta Marco Lombardi, direttore di ITSTIME – Italian Team for Security, Terroristic Issues & Managing Emergencies, centro di ricerca dell'Università Cattolica che ha recentemente creato al suo interno una divisione dedicata al "Turismo Sicuro".
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