Università Cattolica del Sacro Cuore

di Elena Vagni

Dal Tennis Nazionale a quello "silenzioso":
la storia di Giulia Bassini

I volti della Dual Career

“Mi chiamo Giulia Bassini, ho 22 anni e sono nata con un’ipoacusia bilaterale profonda, che è una sordità del 100%, ma grazie a due impianti cocleari riesco a sentire e a parlare bene. Gli impianti mi hanno permesso di vivere una vita normale. Ora frequento il corso di Laurea Magistrale in Banking and Finance a Milano e sono un’atleta. Pratico tennis da quando avevo 11 anni, prima facevo nuoto a livello agonistico, ma a causa di un’otite perforante ho dovuto cambiare sport e sono arrivata al tennis. A me piace dire che alla fine, il tennis ha scelto me, mi ha preso!”

Giulia è una studentessa-atleta dell’Università Cattolica e pratica il tennis a livello agonistico, partecipando alle competizioni nazionali ed internazionali di singolo e di doppio con la Nazionale nella Federazione Sport Sordi Italia (FSSI).

“Il singolo è una battaglia contro te stessa perché sei tu contro le tue emozioni di rabbia, di tristezza o gioia e devi saperti ‘auto-sgridare’ o controllare, mentre nel doppio occorre che uno dei due sia calmo se l’altro è agitato. Avverto una responsabilità e sono più tranquilla anche nel gioco. La Nazionale, infatti, ha capito che sono più portata per il doppio.

Giulia descrive la sua sordità in modo sereno e cosciente. Racconta delle difficoltà iniziali e delle preoccupazioni vissute soprattutto dai suoi genitori, entrambi udenti, che ad appena quattro giorni dalla nascita scoprono la sordità della propria figlia. Alcuni medici di Ferrara, avendo saputo della problematica, propongono un intervento in grado di inserire un piccolo apparecchio cocleare, consentendo a Giulia di poter sentire normalmente e imparare di conseguenza a comunicare.
La scelta dei genitori di aderire alla proposta, ha permesso così a Giulia di sviluppare l’udito e il linguaggio e di inserirsi nel mondo della scuola e dello sport in modo più semplice anche se con qualche difficoltà, fino al giorno che Giulia identifica come uno dei più importanti della sua vita: nel 2010 arriva infatti la seconda operazione, all’età di 11 anni, che le consente di inserire l’impianto cocleare anche nell’altro orecchio.

“Avevo 18 mesi quando sono andata sotto i ferri la prima volta, per cui non ho ricordi. Poi ho fatto tanti anni di logopedia che mi hanno portata a parlare e a sentire bene, ma sentivo solo da un orecchio. Il secondo impianto mi ha stravolto e mi ha portato a vivere una vita normalissima. Mi ha davvero salvato! Io sono bilingue, stando in mezzo ai sordi ho imparato il linguaggio dei segni parallelamente anche il linguaggio parlato.”

Descrive poi la sua esperienza nel mondo dello sport, l’aiuto ricevuto e di come si sia sempre sentita parte di un Team, un’atleta che pratica semplicemente quello che le piace fare: giocare a tennis! Nelle competizioni nazionali e internazionali a cui partecipano gli atleti sordi, Giulia non può utilizzare l’impianto cocleare e racconta la fatica nell’anticipare i movimenti e prendere confidenza con la palla, non sentendone il suono, ma potendo solo vederla.

“Quando io gareggio con gli udenti e partecipo ai tornei classici, tengo gli impianti, ma nelle competizioni nazionali e internazionali in cui partecipano solo sordi, devo toglierli, perché tutti dobbiamo essere alla pari. Questo all’inizio è stato un problema enorme. Implicava minore equilibrio, non sentire la pallina rimbalzare e poterla solo vedere… è stato difficilissimo, sembrava un altro sport!”

Ha dovuto così affrontare mesi di allenamenti senza apparecchi per riprendere dimestichezza con la racchetta e tornare ai livelli a cui si era abituata. Con grande fatica e intensi allenamenti ora afferma di riuscire a rimanere allo stesso livello di gioco sia portando gli apparecchi che senza.
Le due Federazioni, Federazione Italiana Tennis e Paddle (FITP) e Federazione Sport Sordi Italia (FTTS) hanno raggiunto alti traguardi di collaborazione. L’integrazione dei punteggi per la classifica degli atleti sordi permette infatti di acquisire punti nelle graduatorie per le competizioni nazionali e internazionali tra sordi.

Al di fuori dei campi dai tennis, Giulia frequenta a Milano il corso di Laurea Magistrale in Banking and Finance, studiando i principi e l’applicazione della finanza, la sua seconda grande passione. Terminata la triennale a Bologna ha deciso di intraprendere una nuova esperienza che l’ha porta più lontano da casa, cambiando Circolo di allenamento e stile di vita, in una città nuova. “Volevo provare una nuova esperienza lontana da casa e così ho deciso di intraprendere la magistrale a Milano, la capitale della Finanza!”.

Sin dai primi mesi in Università Cattolica, Giulia chiede informazioni e riesce ad accedere alla Dual Career: “Il Programma Dual Career mi aiuta ad orientarmi e mi garantisce un occhio di riguardo. So di potermi fidare e affidare a un Programma e a un Tutor. Fino a 17 anni non pensavo di giocare a tennis come mestiere e quindi mi sono sempre imposta di studiare. Nell’ambito dello sport sappiamo che tutto può succedere e quindi l’università rappresenta quel passo in più che ho bisogno di fare. La strada è parallela perché non so cosa possa accadermi nella vita e il Programma Dual Career mi aiuta in questo percorso.

Giulia usufruisce anche dei Servizi per l’integrazione, grazie al quale viene sostenuta nel percorso della sua carriera accademica.  

Il desiderio per il futuro di Giulia, come quello di tanti altri studenti-atleti, è quello di proseguire entrambi i percorsi e poter conciliare sempre più questi due mondi: “Sperando che la mia carriera di atleta duri ancora a lungo, vorrei un giorno unire la finanza e il tennis. Entrare in Federazione o rimanere nell’ambiente del tennis e lavorarci rappresenta uno dei miei più grandi sogni.

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