- Elena Vagni
IL TAEKWONDO COME FILOSOFIA DI VITA
I volti della Dual Career
Eleonora ha 23 anni, è di origine sarda e ha uno spirito combattivo sul tatami come nella vita quotidiana: dalla grande passione sportiva all’amore per il movimento e per lo sport in forme diverse. Laureata in triennale in Scienze motorie all’Università di Cagliari, si è poi trasferita a Milano per proseguire gli studi di laurea magistrale in Università Cattolica e per trovare un nuovo posto dove allenarsi con gli atleti della nazionale.
Lo sport praticato? Il taekwondo, una disciplina antichissima, le cui origini sembrano risalire a circa 2000 anni fa. In Italia, invece, questo sport è molto recente: da circa 45 anni sono nate le prime scuole di questa disciplina da combattimento.
“Ho un fratello più grande” inizia “e quando ero piccola, nel paesino da cui provengo, aveva aperto una palestra di arti marziali alla quale mio fratello era iscritto. Ad una gara sono andata a vederlo ed è stato amore a prima vista! Ho iniziato a 6 anni e non ho più smesso!! Allenandomi mi sono accorta di riuscire a gestire le emozioni e trovare il mio modo di sfogarmi! Dal 2018 sono nella nazionale di taekwondo”
Eleonora prosegue il racconto ripercorrendo le sue vicende sportive e l’amore per questa disciplina nata tra le mura di una palestra di un paese del Sud della Sardegna che, nonostante altri sport praticati come la danza moderna e l’equitazione, non è stato mai scalfito.
Le chiedo, allora, di approfondire quest’arte marziale così giovane per l’Italia e non da tutti conosciuta.
“Il taekwondo è una filosofia di vita, impari 5 principi fondamentali: cortesia, integrità, perseveranza, spirito indomito, autocontrollo. La storia del cambio delle cinture è come l’immagine di un seme posto nella terra che fa nascere una pianta che cresce in base ai diversi colori delle cinture. L'ultima è quella nera che significa la notte, cioè la massima consapevolezza dell’atleta.” Questo sport le permette di sentirsi più forte e sicura di sé.
Eleonora, però, non si ferma a praticare solo il taekwondo, ma da circa 3 anni si allena anche a kick- boxing: “per certe regole” dice “è simile al taekwondo, ma per altre è profondamente diverso nelle radici, è un puro sport da combattimento, nessuna filosofia di vita!”
Rivela che sente una possibilità importante di fare un percorso, mantenendo i due sport e continuando a praticarli fino a oltre i 30 anni: “mi lascio le porte aperte, poi chissà...”
Nel dialogo incentrato sullo sport, passiamo a parlare, poi, del suo percorso di laurea magistrale in Università Cattolica, che l’ha portata a lasciare la sua terra, cambiare palestra di allenamento, maestro e università, per partire alla scoperta di Milano, città che, come dice scherzando, “è leggermente diversa dal mio piccolo paesino”. Poi continua:
“A mio parere, per un atleta come per uno studente, rimanere nella confort-zone non permette di vedere tutte le opportunità che ci sono! Andare via da casa fa aprire gli occhi sul mondo, costruire nuovi rapporti e diventa opportunità per una crescita personale a 360 gradi sia come studente che come atleta. Quando scendo giù in Sardegna mi manca Milano e quando sono giù mi manca allenarmi qui. Vorrei unire le due terre”. Conclude sorridendo con un briciolo di nostalgia di casa sua.
Ma cosa significa per una studentessa atleta come lei, il Programma della Dual Career, che in Cattolica riceve ogni anno sempre più richieste di partecipazione?
“È stata una salvezza! All'inizio dell’anno scorso, quando non sapevo ancora l’esito della graduatoria, è stata durissima. Poi per me che faccio scienze motorie e che ho la frequenza obbligatoria del 70% delle lezioni... non sapevo come fare! Non avevo nessuno con cui confrontarmi sul percorso. La presenza e il confronto con il mio tutor Dual Career, Davide Malacrida, sono stati fondamentali. Mi hanno permesso di seguire l’università. Avrei scelto solo una delle due strade senza il Programma, magari sarei passata a un’università telematica (come tanti fanno) o avrei deciso di dedicarmi solo all’università piuttosto che allo sport.”
Nell'ultima parte dell’intervista Eleonora racconta infine di un progetto dal nome “Alleniamoci insieme” nato da una idea sua e di Ithocor Meloni (studente in Cattolica, atleta di atletica leggera, anche lui iscritto al Programma Dual Career). Un’iniziativa basata sul benessere e sulla cura di persone che non si possono permettere di fare attività motoria.
“Abbiamo deciso di portare quello che stavamo vivendo qua a Milano in Sardegna. Vogliamo promuovere lo sport all’aperto, perché studiando abbiamo capito ancora di più l’importanza di tutti i benefici dello sport e del movimento per il fisico e per la mente. Siamo partiti da una piazza con incontri di mattina presto, un’ora di attività gratuita all’aperto, e già al terzo giorno avevamo 60 persone che partecipavano all’attività. Il nostro paese, San Gavino Monreale, è molto bello e pieno di murales (foto), quindi abbiamo deciso di fare delle tappe tra questi, camminando o correndo. In Sardegna ci sono meno possibilità rispetto a Milano, gli spostamenti sono difficili e nei paesi è molto complicato trovare dei gruppi di camminata o altro. Visto il grande successo, vogliamo riproporlo anche a Pasqua!”
Taekwondo, kick boxing, danza, Cagliari, Milano, università, allenamenti e lavoro: quale sarà il prossimo traguardo di Eleonora?
“Vorrei continuare e ampliare il nostro progetto “Alleniamoci insieme”: vedere dei miglioramenti in persone che non hanno grandi aspettative e accorgersi di potere dare qualcosa, dà una soddisfazione diversa. E poi mi piacerebbe portare il progetto anche in tanti altri paesi della Sardegna!”
Allora Eleonora in bocca al lupo per tutti i tuoi sport e per l’impegno per la tua amata Sardegna!
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