Università Cattolica del Sacro Cuore

di Elena Vagni

“Pólo Aquático”: un viaggio tra il Portogallo e l’Italia

I volti della Dual Career

 

Marco de Oliveira Fontana è un atleta di pallanuoto iscritto al primo anno del corso di Laurea Triennale in Scienze Motorie e dello Sport e ha una storia particolare da raccontare: in giovanissima età ha deciso infatti di lasciare il suo paese di origine, il Portogallo, per coltivare la passione per la pallanuoto in Italia. Un amore per questo sport che, come racconta lui, nacque alla fine di un allenamento di nuoto, nel momento in cui l’allenatore lanciò un pallone ai ragazzi per farli giocare e si accorse della particolare propensione di Marco per la pallanuoto quando lo vide scagliare il pallone.

“Io sono mancino e nella pallanuoto questa caratteristica è benvista ed è preferenziale. Quando ero piccolo facevo nuoto, ma il mio allenatore mi ha consigliato di provare a iniziare a giocare a pallanuoto. Fin dall’inizio mi sono innamorato di questo sport, che ormai pratico da 10 anni!”

In Portogallo le scuole superiori durano quattro anni, Marco infatti ha solo 18 anni e oggi frequenta l’Università e pratica sport tra Milano e Monza. Ha deciso di intraprendere il suo percorso sportivo a Monza (serie B) ed è un rappresentante della nazionale portoghese con l’U18 in serie A.

Racconta così della propria esperienza appena arrivato in Italia:

“In Italia si gioca più in squadra; invece, in Portogallo, si punta tutto sul singolo atleta e l’allenamento è molto individuale. Lì ognuno faceva palestra autonomamente, mentre qui è tutto più programmato e questo mi aiuta ad aumentare la mia performance in acqua. In Portogallo il livello della pallanuoto è alto, ma lo sport non è così conosciuto come in Italia. Qui la competitività è più forte e la sto sfruttando sia per studiare che per fare sport.”

A Monza Marco si confronta con atleti molto più grandi di lui, con una grande esperienza alle spalle, da cui lui, però, non si lascia intimidire: “Per me è molto importante essere in squadra con persone più grandi di me con più esperienza della mia. Quando gioco o mi alleno con loro, infatti, cerco sempre di ambire al loro livello, anche se è molto difficile. Mentalmente ciò mi stimola a fare sempre meglio e dare il mio massimo, per non rischiare di abbassare il loro ritmo.”

Le scelte che Marco ha dovuto affrontare sono state molteplici e non riguardano solo il mondo dello sport, ma anche il percorso personale. Racconta infatti di avere tre nazionalità diverse: italiana, portoghese e brasiliana. “Avevo il desiderio di venire in Italia per imparare la lingua e perché l’Italia è sempre stata parte di me”, aggiunge.

La lontananza da casa spesso si fa sentire, ma il dialogo e il rapporto con i genitori rimangono costanti: “La mia famiglia mi segue e mi sostiene anche da lontano, soprattutto in occasione di ogni partita in cui sono convocato, nelle giovanili o in prima squadra. Già in Portogallo facevano tanti sforzi per seguirmi nelle mie trasferte tra Porto, Lisbona e altre città. Loro mi hanno sempre detto che l’acqua è sempre stata il mio elemento sin da piccolo e che la pallanuoto è ciò che mi rappresenta di più.”

La scelta di recarsi in Italia è stata inoltre guidata non solo dalla motivazione di dedicarsi alla pallanuoto, ma anche dal desiderio di intraprendere gli studi in Scienze Motorie e dello Sport e dall’ambizione di poter un giorno tradurre la sua passione sportiva in un lavoro.

“Mi piacerebbe rimanere nel mondo dello sport a lungo. Mi ha aiutato tanto nella mia vita ed è una cosa che voglio mantenere sempre intorno a me.”

Introducendo poi l’esperienza del percorso in Università Cattolica, si sofferma sull’importanza del Programma Dual Career:  

“Per me la Dual Career è stata una salvezza. Non sapevo dell’esistenza del Programma fino a quando sono arrivato in Italia. La mia professoressa di Ginnastica artistica del corso di Scienze Motorie mi ha visto con la maglietta della Nazionale e ha chiesto a ognuno che sport facessimo e le competizioni a cui partecipassimo. Arrivato il mio momento, mi ha suggerito di provare a iscrivermi al Programma… è stata una vera fortuna entrarci!”

Gli obiettivi di Marco sono ben definiti e, da giovane atleta quale è, sente di avere tanta strada davanti a sé da percorrere, ma di essere pronto a tutte le sfide che lo sport gli richiederà:

“Voglio arrivare in serie A con il club e rappresentare la Nazionale portoghese. Non mi sono mai allenato con la squadra maggiore, ma ho due amici che sono già stati convocati e mi piacerebbe molto giocare in Nazionale, anche se il mio obiettivo ultimo rimane il Settebello. L’Italia, infatti, è una delle nazionali più forti del mondo, il Settebello è fenomenale e il mio sogno sarebbe giocare con loro!”

La chiacchierata si conclude con un detto in portoghese che ci regala Marco e che ben ne descrive lo spirito:

Um dia é da caça, o outro é do caçador [un giorno è da cacciato e un altro da cacciatore]

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