TRA STUDIO E SPORT, PERCORSI POSSIBILI DI DUAL CAREER
Intervista a Chiara D’Angelo
Professoressa D’Angelo, lei insieme a un Team di lavoro, ha avviato il Programma Dual Career e Dual Career Flex. Cosa rappresenta il Programma per l’Università Cattolica e per lo sport?
È da 6 anni che nell’ateneo dell’Università Cattolica abbiamo sviluppato il Programma Dual Career per gli studenti atleti volto a promuovere la possibilità di portare avanti questi due percorsi parallelamente. Da quest’anno abbiamo allargato la proposta anche a chi fa competizioni a livello italiano e non partecipa alle gare internazionali. La formula del nuovo programma chiamato Flex, è tagliata su misura per quegli studenti che non si assentano per lunghi periodi.
In entrambe le formule gli studenti sono accompagnati da una tutor-ship che - nel nostro ateneo - è svolta da psicologi dello sport che aiutano i ragazzi a ottimizzare le connessioni tra questi due percorsi.
Tanto per l'Università Cattolica che per i nostri studenti-atleti, il Programma rappresenta una costruzione di valore reciproco. La valorizzazione del loro percorso è un modo concreto per dar prova di quanto l'università dia la possibilità ai giovani di attraversare luoghi e contesti di apprendimento; esperienze che valorizzino le persone a 360°.
Lei ha scritto un libro “Sport giovanile e scuola” che indaga lo sport giovanile e l’educazione scolastica, che rapporto c’è tra questi due mondi apparentemente così lontani?
Ho scritto questo libro dopo l’esperienza di 6 anni del programma Dual Career e un parallelo lavoro di studio e ricerca che l’ha accompagnato.
Il libro - Sport giovanile e scuola; Erickson 2024 - intende sensibilizzare gli operatori del mondo sportivo, ma anche il personale del mondo scolastico sui temi della dual career, nell’intento ultimo di facilitare gli studenti atleti nel tenere insieme i due percorsi. Nella prima parte del libro presento alcune delle ragioni per cui nel nostro paese lo sport praticato – anche a livello giovanile - e la scuola, fanno fatica a dialogare tra loro. Proseguo poi con il presentare i rischi e le sfide per i giovani che praticano sport e che rendono difficile il rapporto con la scuola. Nella seconda parte del testo si trovano una serie di buone pratiche sulla dual career sviluppate negli ultimi anni, a partire dalla pubblicazione di linee guide europee sulla coniugazione di questi due percorsi tanto a livello di scuola secondaria di secondo grado, quanto a livello di università.
L’idea chiave del testo è che entrambi i percorsi debbano essere messi in dialogo per il benessere dello studente-atleta, creando dei ponti per supportare l’atleta anche a conclusione della sua carriera sportiva, quando si troverà a ridefinire la carriera professionale.
Assistiamo a un Drop out sempre maggiore nei giovani sportivi. Secondo lei, c’è possibilità per questi ragazzi di continuare a fare sport e nel frattempo studiare?
Certamente, la questione è provare a costruire una nuova cultura e delle nuove pratiche in cui i due mondi in cui vive un giovane atleta (studio e sport), possano dialogare tra loro. Questo è l'obiettivo del nuovo corso "Promuovere percorsi di Dual Career nei giovani atleti" rivolto agli insegnanti delle scuole secondarie di secondo grado e agli operatori sportivi, per costruire una cultura condivisa della dual career e riflettere sulle strategie e sulle competenze da adottare per supportare al meglio i ragazzi. Se negli anni dell’università la scelta di una facoltà è individuale e si basa su un processo di scelta soggettiva degli studenti-atleti, durante gli anni della scuola dell’obbligo questa responsabilità è più nelle mani degli attori istituzionali in gioco, tanto del mondo della scuola quanto del mondo dello sport. Con questo corso vogliamo rivolgerci a un target nuovo e diverso con il quale sviluppare nuove pratiche a tutela del benessere e della crescita dei giovani.